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Osteria Alla Grande

Ultima roccaforte contro hamburger, cibi per vegetariani, caffé d’orzo e per chi è a dieta!


I tre gestori - fotoChi afferma che a Milano le osterie di una volta non ci sono più dice una cosa vera. Ma è chiaro che non si è mai seduto ad un tavolo dell’Osteria Alla Grande.
Qui la qualifica “osteria“ non è soltanto un orpello per infiorare l’insegna: è un’indicazione rigorosa che ha pieno riscontro nella sostanza.

Che cos’è un’osteria? Prezzi bassi, cucina casalinga, familiarità nei modi. Ma quel che conta è l’atmosfera, il rapporto tra oste e cliente, e persino tra avventore e avventore, perché in un’osteria che sia degna di questo nome corre un legame invisibile tra un tavolo e l’altro. Al civico 405 di Forze Armate il quadro è completo.

Qui hanno sede le sedicenti «Brigate Gastronomiche» guidate dallo Smilzo che è anche il sessantenne proprietario, espertissimo nell’arte del cazzeggio e dalle battute fulminanti. Il suo socio detto Sintesi, ormai sordo, tenta di capire le comande seguendo il labiale.

La moglie Elena guida la cucina facendo risotti «come Dio comanda», tagliatelle con funghi porcini, ravioli al brasato e gnocchi fatti rigorosamente a mano, pappardelle al sugo di lepre e una pasta e fagioli di rara fattura. E poi un ottimo brasato, come si faceva una volta, della trippa vera alla milanese con fagioli, del rognoncino trifolato da guida Michelin, dello stinco al forno cotto nella birra, l’ottima cotoletta alla milanese, l’ossobuco con polenta ed il famoso carpaccio scottato con trevisana e fontina e carni alla griglia. Ultimo particolare: i contorni non sono a parte ma sono compresi nei prezzi dei secondi.

Per chiudere torta di mele o torta di pesche e cioccolato, fatte da Elena, sorbetto al limone o alla mela verde.

La sala al piano terreno ha una capienza per circa 20/22 persone, mentre la sala superiore, chiamata comunemente dagli avventori galleria, perché contiene manifesti originali di molti film, può ospitare fino a 30 persone.

E veniamo alle note dolenti, che di solito sono i conti. Qui i prezzi, sia per la qualità, sia per la quantità, sono decisamente inferiori rispetto a Milano.

Primo abbondante 10 euro, secondo con contorno 16 euro, ottimo vino sfuso dei colli tortonesi, al litro 10 euro, bottiglie 16 euro, dolci 5 euro, liquori 3 euro.

Vista l'esiguità dei posti a sedere non siamo attrezzati per seggioloni, carrozzine e passeggini. Per le tavolate superiori alle 4 persone, non si accettano conti separati, per evitare code alla cassa.

Ah,.. Dimenticavo: a mezzogiorno dal marteedì al sabato si pranza a menu fisso spendendo 12 euro, bevande escluse. I piatti milanesi si eseguono solo la sera alla carta.

E ricordatevi: sempre Alla Grande!





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Locale segnalato su 101 Trattorie e Osterie di Milano - 2010